Navigare nella pedagogia è il mio nuovo progetto e voglio parlarti oggi di come è nato.
Sono tornata sui libri dopo alcuni anni: diciamo che non ho mai smesso di starci, ma lo scorso Settembre ho iniziato il mio percorso universitario iscrivendomi alla Magistrale in Scienze Pedagogiche.
Ho cominciato con l’ansia di una bambina che si approccia al primo giorno di scuola (sì, sì, io lo ricordo ancora benissimo il mio primo giorno di scuola alle elementari!) ma arrivata alla sessione di esami, ho pensato che non volevo farmi correre dietro dall’ansia e che l’obiettivo sarebbe stato quello di portarsi a casa qualcosa di utile per il mio lavoro da insegnante da ogni esame.
Epistemologia delle Scienze Pedagogiche
Mi ritrovo qui a scriverti che cosa di meraviglioso ho imparato dall’esame di Epistemologia. È una parola difficile solo a pronunciarla, ma ti assicuro che una volta imparata, non avrai più difficoltà. Il corso ha illustrato il modo in cui la complessità, cioè l’intreccio irriducibile di molteplici dimensioni, contraddistingua oggi i saperi, la società, la nuova condizione umana.
Per questo la complessità delinea un paradigma pedagogico, perché la pedagogia è la scienza che pensa la formazione, il processo di “dare forma” (identità, struttura e orientamento) all’io, alla mente, alla cultura, ai saperi, alla società.
Le teorie della complessità costituiscono un paradigma fecondo per i saperi dell’educazione, nonché un approccio culturale privilegiato per abitare la contemporaneità.
Ma tu sai quali sono queste teorie? Prova a pensarci: quali strumenti utilizzi per insegnare ai tuoi allievi? Ti sei mai chiesto se possano essercene altri?
Consiglio di lettura: Il tempo della complessità : conversazione con Walter Mariotti / Mauro Ceruti (Lo puoi trovare QUI)