Non mi piace la mia voce. Perché?

 

Non mi piace la mia voce. Perché? 
Quante volte hai detto questa frase? Quante volte, dopo esserti riascoltato, hai trovato la tua voce nasale, troppo piatta, troppo acuta, troppo debole, insomma terribile?
Prima di trarre conclusioni affrettate, prova a considerare alcune cose e soprattutto non giudicarti sempre negativamente.

L’orecchio interno e l’orecchio esterno

Non mi piace la mia voce. Perché? Probabilmente tutti noi abbiamo vissuto quel momento di disagio la prima volta che ci sentiamo su una registrazione. “Aspetta! Sono io? Non può essere! Non sono io!” Queste sono solo alcune delle cose che potresti aver detto la prima volta che hai sentito la tua voce su una registrazione.

Ma indovina un po’? La registrazione non mente! Quello sei tu. Allora perché il suono è così diverso dalla voce che sei abituato a sentire nella tua testa? Tutto si riduce alla semplice scienza.

Quando senti la tua voce registrata, i suoni arrivano alle orecchie solo attraverso l’aria. In tale caso, raggiungono prima l’orecchio esterno e poi il timpano (una sottile membrana semitrasparente che fa parte dell’orecchio medio), facendolo vibrare. Queste vibrazioni passano attraverso l’orecchio interno, che le trasmette al cervello.

Quando parli, invece, non senti la tua voce solo attraverso questo canale, ma anche tramite il corpo. Le vibrazioni delle corde vocali raggiungono l’orecchio interno attraverso le ossa del cranio. Le onde sonore assumono frequenze diverse attraversando l’aria oppure un mezzo solido (le ossa): in particolare, le basse frequenze vengono trasmesse con più efficacia dalle ossa craniche rispetto all’aria ed è per questo che quando parli la tua voce ti sembra più profonda (e quindi più gradevole) di quanto sia in realtà.

 

La pratica

Alfred Tomatis, medico e otorinolaringoiatra francese, diceva che la voce è lo specchio di ciò che l’orecchio percepisce che modificando l’ascolto cambia la qualità dell’emissione vocale.
Ora prova con me a fare questi tre esperimenti:

  1. Metti le mani a conchiglia dietro al padiglione delle orecchie, come a voler creare un orecchio esterno più grande, intona qualche suono o semplicemente dì il tuo nome, cognome e età. Togli le mani e senti com’è cambiata la voce. Ripeti più volte l’esperienza e annota su un quaderno tre caratteristiche della tua voce con e senza mani a conchiglia.


  2. Chiudi con il dito indice delle mani le orecchie e prova a intonare qualche suono oppure semplicemente a dire il tuo nome, cognome e età. Com’è la tua voce interna? Più scura? Più profonda? Annota sul quaderno tre caratteristiche della la tua voce con le dita che chiudono le orecchie.

  3. Posiziona le mani davanti alle orecchie con il palmo ben aperto e rivolto verso la parte dorsale del corpo, senza ostruire il condotto uditivo (immagina di girare all’indietro le orecchie, come fanno i gatti o i cani). Intona un suono lungo o semplicemente dì più volte nome, cognome e età. Com’era la tua voce? In questo caso l’orecchio raccoglie il suono più dall’ambiente che dalla bocca. Annota su un quaderno tre caratteristiche della tua voce con le orecchie all’indietro.


    Ora: c’è qualche caratteristica della tua voce che ritorna in tutte e tre gli esempi? Questo è un buonissimo esercizio per lavorare sul tuo orecchio e sulla tua percezione (un po’ come quando si copre l’occhio buono, per far lavorare quello pigro). Più dai possibilità all’orecchio di ascolto, più la tua emissione vocale migliorerà ed è per questo che secondo me tutti possono cantare (ne ho parlato qui).




    Prova anche tu e se vuoi, condividi con me le caratteristiche che hai annotato nel quaderno.
    Se sei interessato a saperne di più su questo argomento e a lavorare sulla tua VOCE EUFONICA, iscriviti al mio nuovo percorso in anteprima, per avere tutte le informazioni!
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Claire K

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